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Lotta alla mafia, il prefetto De Miro: “Interdittive per colpire le attività commerciali al servizio di Cosa nostra”

Le interdittive per colpire con immediatezza quelle attività commerciali a servizio di Cosa nostra, comprovati luoghi di summit e di strategie organizzative, sono la nuova frontiera di lotta alla mafia. Lo scrive il prefetto Antonella De Miro nella presentazione del rapporto sull’attività 2018 della prefettura del capoluogo siciliano.

“E’ stato – scrive il prefetto – un anno di forte impegno, ricco di tante difficili sfide, che ha visto la Prefettura chiamata a grandi responsabilità di coordinamento delle forze di polizia,  ma anche di uffici statali, regionali e comunali; il Tavolo del Prefetto metafora di importanti ed efficaci sinergie volte a garantire sicurezza, come in occasione di grandi eventi quali la visita del Santo Padre e la Conferenza internazionale sulla Libia, ma anche ad assicurare tempestivi, coordinati interventi  di soccorso in occasione di  incendi ed eventi alluvionali, l’adozione delle pianificazioni a protezione di porti, aeroporti, gallerie ferroviarie e stradali, siti industriali a rischio di incidenti rilevanti, esercitazioni di protezione civile”.

Nella presentazione il prefetto indica le priorità del lavoro dell’Ufficio territoriale del governo: prevenzione contro il terrorismo internazionale e la criminalità organizzata, la sicurezza urbana e la coesione sociale, tutti grandi temi che hanno richiesto attenzione massima da parte della  Prefettura.

 

Elevata l’attenzione dedicata ai profili della prevenzione amministrativa antimafia per intercettare  le possibili infiltrazioni mafiose nel sistema dei pubblici appalti, delle concessioni demaniali, dei contributi e finanziamenti comunitari, dei commerci. In tale quadro si collocano i protocolli di legalità siglati con la Regione, il comune di Palermo e le aziende partecipate, perché efficace ed  indispensabile strumento amministrativo di prevenzione sono le interdittive antimafia, come confermato e ribadito dalle massime espressioni della giustizia amministrativa e ordinaria intervenute al seminario, promosso dalla Prefettura il 3 dicembre scorso proprio sul tema della documentazione antimafia.

“Come emerge anche dalle ultime indagini della Procura della Repubblica di Palermo – si legge ancora -, la sconfitta dello stragismo terroristico mafioso corleonese non ha significato la sconfitta di cosa nostra. Morto Salvatore Riina, Matteo Messina Denaro ancora in libertà, la cupola torna a ricostituirsi, spostando il baricentro del comando da Corleone a Palermo, per gestire vecchie e nuove alleanze, affari di un tempo e nuovi investimenti, il traffico degli stupefacenti con i Narcos ed il gioco on line, le estorsioni sempre la cifra del controllo del territorio da parte del potere mafioso. Quindi, molto alta deve essere l’attenzione per intercettare le infiltrazioni della mafia nell’economia legale,  ma anche gli espedienti ricercati dalle ditte ad essa organiche o contigue per ottenere una possibile «riabilitazione» nei confronti della società e delle stesse istituzioni”.

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