La casa green fa bene all’ambiente e anche al portafoglio. Nell’ultimo anno, complici le aspettative sul calo dei tassi di interesse e le offerte lanciate da alcune banche per cavalcare l’onda della direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli immobili, il costo dei mutui per abitazioni di Classe A e B ha segnato una forte contrazione. Secondo […]
La notizia tanto attesa è arrivata: il Tar del Lazio, questa mattina, ha emesso la sentenza di accoglimento del ricorso presentato da diverse realtà del mondo ambientalista – tra le quali il Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare – contro il Dpcm del 10 ottobre 2016 riguardante il piano inceneritori. Il provvedimento, in attuazione di quanto previsto dal decreto Sblocca Italia, prescriveva il potenziamento delle capacità di trattamento di 40 impianti già presenti in Italia e disponeva la realizzazione di altri su tutta la Penisola. Il piano prevedeva che in Sicilia venissero
costruiti due inceneritori di rifiuti urbani.
Tra chi ha dato un contributo fondamentale per arrivare allo stop c’è Rifiuti Zero Sicilia. “La sentenza ha accolto uno dei rilievi che abbiamo posto all’attenzione del tribunale – commenta l’avvocato Giovanni Pappalardo, legale dell’associazione –. Nello specifico è stata riconosciuta la necessità che il piano venisse sottoposto a valutazione ambientale strategica (Vas) prima di essere esitato. Per il governo nazionale, invece, sarebbe bastato effettuarla nella fase di progettazione di ogni singolo impianto”. Adesso resta da capire quale sarà la risposta del ministero
dell’Ambiente: “L’amministrazione dovrà prendere atto di questa decisione. Appello al Consiglio di Stato? È una possibilità, noi comunque ci faremo trovare pronti”.
Il tribunale ha anche sottolineato che il ministero dovrà affrontare il tema del dimensionamento degli impianti. Rifiuti Zero Sicilia, infatti, aveva fatto presente come la capacità degli inceneritori fosse esagerata. “Per quanto la sentenza dica che la realizzazione degli inceneritori non contraddica la gerarchia dei rifiuti, secondo cui lo smaltimento dovrebbe essere l’ultima scelta da compiere – dichiara Davide Fidone, componente del comitato scientifico di Rifiuti Zero Sicilia – è altrettanto vero che il piano del governo faceva riferimento a dati anacronistici. Cifre che non tenevano conto dei percorsi virtuosi intrapresi in più parti dell’Italia, compresa la nostra regione”.
“Il Tar ci ha dato ragione dopo anni di impegno. Ha confermato che non si può fare a meno di confrontarsi con i territori – commenta la presidente regionale di Rifiuti Zero Sicilia, Manuela Leone – Quando si parla di impiantistica strategica, le soluzioni calate dall’alto non vanno bene. L’obiettivo deve rimanere sempre quello di ridurre la produzione dei rifiuti, per poi gestirli puntando su riciclo”. La sentenza di oggi potrebbe avere un riflesso indiretto anche sulla politica siciliana. “L’Ars deve ancora dare via libera al piano di gestione regionale, dopo che l’anno scorso il ministero aveva bocciato la bozza perché non prevedeva la realizzazione dei due inceneritori. Adesso – conclude Leone – il governo Musumeci ha la possibilità di andare avanti senza tenere conto degli inceneritori. Da parte nostra siamo disponibili a un confronto per apportare ulteriori miglioramenti che vadano nella direzione della tutela dell’ambiente”.