Si è svolto ieri a Catania, presso l’NH Hotel Parco degli Aragonesi, il primo appuntamento del programma “La sfida della sostenibilità – Stakeholders a confronto”, organizzato da Manageritalia Sicilia. Con oltre 120 partecipanti tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e giovani universitari, l’evento dal titolo “Verso un futuro sostenibile” ha inaugurato un ciclo di incontri in cinque […]
“Non possiamo più permettere che i fondi europei vadano sprecati.” Con queste parole, Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’economia, ha lanciato un monito incisivo durante la conferenza stampa del 15 novembre 2024, dedicata alle Previsioni Economiche Autunnali. Un messaggio rivolto a tutta l’Unione Europea, ma che in Italia trova una particolare eco in Sicilia: una regione che, nonostante il suo enorme potenziale, continua a lottare per tradurre le risorse finanziarie in sviluppo reale.
PNRR Sicilia: tra ambizioni e realtà
La Sicilia è destinataria di oltre 20 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un investimento senza precedenti suddiviso tra settori chiave:
- 35% per la transizione ecologica,
- 31% per infrastrutture,
- 16% per digitalizzazione,
- 15% per inclusione sociale,
- 4% per sanità.
Nonostante questa ripartizione ambiziosa, la capacità della regione di tradurre tali risorse in risultati concreti è gravemente compromessa. Secondo il portale OpenPNRR, aggiornato a luglio 2024, dei 18.773 progetti localizzati in Sicilia, solo il 42% ha superato la fase progettuale. Il resto è fermo, bloccato da burocrazia, scarsa coordinazione e carenze amministrative croniche.
Esempi di progetti in ritardo
Le difficoltà nella gestione del PNRR sono evidenti. Alcuni casi emblematici mostrano quanto queste problematiche rischino di vanificare gli investimenti:
- Digitalizzazione dei Comuni siciliani: stanziati 200 milioni di euro per modernizzare i servizi pubblici locali, ma meno del 10% è stato utilizzato. La carenza di personale qualificato nei comuni rappresenta un freno significativo.
- Porto di Augusta: con un finanziamento di 50 milioni di euro, il progetto doveva trasformare il porto in un hub strategico del Mediterraneo. È fermo da mesi a causa di irregolarità negli appalti, con la Commissione Europea in attesa di chiarimenti.
- Linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina: un investimento di 1,5 miliardi di euro che avrebbe dovuto migliorare la mobilità regionale. Solo il 30% dei lavori è stato completato, bloccato da iter autorizzativi lenti e problemi tecnici.
- Riqualificazione del Patrimonio Architettonico Rurale – Oltre 76 milioni di euro del PNRR sono stati destinati al restauro e alla valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale siciliano. Nonostante la pubblicazione dell’elenco definitivo dei 565 progetti ammessi al finanziamento, molti interventi sono ancora in fase preliminare, con ritardi nell’avvio dei lavori.
- Progetti di Transizione Ecologica – Nonostante il potenziale della Sicilia per le energie rinnovabili, molte iniziative per la realizzazione di parchi eolici offshore e impianti fotovoltaici sono in ritardo. Le resistenze locali e le difficoltà nella concessione dei permessi hanno finora impedito di raggiungere gli obiettivi previsti.
Questi esempi non sono solo ritardi tecnici, ma il sintomo di un sistema che fatica a gestire opere complesse.
Sprechi e inefficienze: chi paga?
Il passato pesa come un macigno sul presente. Tra il 2014 e il 2020, la Sicilia ha restituito 80 milioni di euro all’Unione Europea per fondi non utilizzati. Un precedente che rischia di ripetersi. Eppure, la frammentazione delle competenze tra Regione, Province e Comuni rende difficile individuare responsabilità chiare. Questa situazione non è solo una questione amministrativa: è una minaccia concreta per il futuro della Sicilia.
Disoccupazione: un ostacolo da affrontare
Con un tasso di disoccupazione generale al 17% e un drammatico 37% tra i giovani, la Sicilia registra numeri tra i peggiori in Europa. Ma il problema non è solo la mancanza di lavoro: esiste un forte disallineamento tra le competenze disponibili e quelle richieste dal mercato. Settori come il turismo e i servizi, vitali per l’economia regionale, richiedono competenze linguistiche e digitali che molti giovani siciliani non possiedono.
Il PNRR ha introdotto il Programma Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL) per riformare le politiche attive del lavoro, ma i risultati sono deludenti. Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 30 giugno 2024, i centri per l’impiego hanno preso in carico una percentuale di disoccupati (2,5 milioni) di molto inferiore agli obiettivi prefissati, lasciando indietro proprio i più vulnerabili.
La mancata revisione della gestione delle risorse e delle riforme farà perdere questa occasione, aggravando la disoccupazione giovanile e il divario economico con il resto del Paese.
Turismo: destagionalizzazione ancora lontana
Con oltre 15 milioni di presenze turistiche annuali, la Sicilia è una delle mete più visitate d’Italia. Tuttavia, la maggior parte dei flussi si concentra nei mesi estivi, lasciando l’isola priva di attività economiche significative in inverno. Questo modello stagionale penalizza sia l’occupazione che il tessuto economico locale.
Il PNRR ha destinato risorse importanti alla riqualificazione dei siti archeologici – come la Valle dei Templi di Agrigento – e alla promozione del turismo esperienziale ed enogastronomico. Ma mancano eventi culturali di richiamo nei mesi invernali, mentre le carenze infrastrutturali continuano a rappresentare un ostacolo per molti visitatori.
Sfruttare appieno il potenziale turistico della Sicilia richiede una pianificazione più strategica, che includa collegamenti interni più efficienti, eventi tematici durante la bassa stagione e un miglior coordinamento tra istituzioni locali.
Trasparenza: una sfida cruciale
Una delle principali lacune nella gestione del PNRR in Sicilia è la mancanza di trasparenza. A differenza di altre regioni italiane – come l’Emilia-Romagna, che dispone di un portale dedicato per monitorare lo stato di ogni progetto in tempo reale – i cittadini siciliani hanno poche informazioni su quali iniziative siano state avviate, quali siano in ritardo e quali siano bloccate.
Questa opacità non solo alimenta la sfiducia verso le istituzioni, ma rende difficile intervenire tempestivamente per correggere le inefficienze. La creazione di una piattaforma regionale dedicata al monitoraggio dei fondi PNRR sarebbe un passo essenziale per migliorare la gestione e garantire il coinvolgimento attivo dei cittadini.
Conclusione
La Sicilia si trova davanti a una sfida storica. I fondi europei rappresentano un’occasione unica per rilanciare l’isola, ma ritardi, disorganizzazione e mancanza di trasparenza rischiano di trasformare questa opportunità in un’ennesima occasione sprecata.
Le parole di Gentiloni – “Ogni euro sprecato è un’opportunità sottratta ai cittadini” – suonano come un avvertimento. Senza interventi mirati e coordinati, il futuro della Sicilia resterà ostaggio delle sue fragilità strutturali. La regione ha tutti gli strumenti per cambiare rotta: spetta ora alle istituzioni e ai cittadini dimostrare di essere all’altezza della sfida.
Brigida Raso