Si è svolto ieri a Catania, presso l’NH Hotel Parco degli Aragonesi, il primo appuntamento del programma “La sfida della sostenibilità – Stakeholders a confronto”, organizzato da Manageritalia Sicilia. Con oltre 120 partecipanti tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e giovani universitari, l’evento dal titolo “Verso un futuro sostenibile” ha inaugurato un ciclo di incontri in cinque […]
Lo scorso 14 novembre, Bologna ha ricevuto il Premio per l’Eccellenza nella Sicurezza Stradale 2024, dimostrando come iniziative concrete e ben pianificate possano salvare vite e migliorare la qualità della mobilità. Mentre in Europa si premiano le eccellenze in questo settore, in Sicilia rimangono aperte molte sfide che non possono più essere ignorate.
Ma cosa può imparare la Sicilia da questo riconoscimento? L’isola, purtroppo, continua a registrare tassi di incidentalità tra i più alti d’Italia, con infrastrutture carenti e una gestione frammentata del problema. L’esempio di Bologna, così come i progetti premiati in Austria, Germania e Spagna, offre spunti preziosi per avviare una trasformazione necessaria e urgente.
L’esempio di Bologna: zone a 30 km/h e mobilità sostenibile
Bologna si è distinta per il progetto “Bologna Città 30”, un’iniziativa che ha rivoluzionato la mobilità urbana attraverso l’introduzione di zone a velocità ridotta, percorsi ciclabili e pedonali, e campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale.
Grazie a un investimento di circa 190.000 euro, la città ha ridotto gli incidenti del 20% in soli sei mesi, incentivando al contempo l’uso della bicicletta (+15%). Questo progetto ha dimostrato che anche con risorse limitate è possibile ottenere risultati significativi attraverso interventi mirati, rendendo le strade più sicure per tutti gli utenti, dai pedoni ai ciclisti.
La Sicilia, che si confronta con realtà urbane e rurali molto diverse, potrebbe trarre ispirazione da questo modello, adattandolo alle sue esigenze.
La realtà siciliana: incidenti e infrastrutture pericolose
I numeri raccontano una situazione drammatica. Nel 2023, la Sicilia ha registrato 10.830 incidenti stradali, con 241 vittime e più di 15.800 feriti. Questo la colloca tra le regioni italiane con il più alto tasso di incidentalità. Le arterie più critiche:
- SS121 (Catania-Palermo): infrastrutture obsolete, manutenzione carente e traffico intenso rendono questa strada una delle più pericolose dell’isola.
- SS113 (Settentrionale Sicula): attraversa numerose province, ma soffre di problemi strutturali e segnaletica inadeguata.
- A19 (Palermo-Catania): la principale autostrada siciliana è penalizzata da un manto stradale deteriorato e dalla mancanza di sistemi di controllo moderni.
Queste strade, fondamentali per il collegamento tra i centri urbani, sono teatro di incidenti frequenti, evidenziando l’urgenza di un piano straordinario di manutenzione e messa in sicurezza.
Lezioni dall’Europa: cosa può fare la Sicilia
Oltre a Bologna, altri progetti premiati in Europa offrono spunti utili:
- Austria: il progetto del Kuratorium für Verkehrssicherheit ha ridotto gli incidenti motociclistici migliorando la segnaletica nelle curve più pericolose.
- Baviera (Germania): i “Semafori del futuro”, sviluppati dal Centro di gestione del traffico, ottimizzano i flussi veicolari e aumentano la sicurezza grazie a tecnologie avanzate.
- Galizia (Spagna): con percorsi pedonali e ciclabili che collegano aree urbane e interurbane, la regione ha incentivato la mobilità sostenibile e ridotto gli incidenti.
Questi esempi dimostrano che interventi mirati, tecnologia innovativa e una visione integrata possono fare la differenza anche in contesti complessi come quello siciliano.
Il ruolo dei fondi europei: PNRR e FESR per la Sicilia
La Sicilia ha l’opportunità di utilizzare risorse significative attraverso il PNRR e il FESR per migliorare la sicurezza stradale.
La Missione 3 del PNRR, dedicata alle infrastrutture per una mobilità sostenibile, destina miliardi di euro alla riqualificazione della rete stradale, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno. Per la Sicilia, sono stati assegnati 18,88 miliardi di euro, di cui 5,37 miliardi a fondo perduto. Tra le priorità rientrano: La messa in sicurezza di strade come la SS121 e la A19, lo sviluppo di infrastrutture moderne e resilienti e l’introduzione di sistemi di monitoraggio e controllo del traffico.
Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), nell’ambito della programmazione 2021-2027, prevede interventi per: riqualificare le arterie critiche, promuovere la mobilità sostenibile attraverso percorsi dedicati a pedoni e ciclisti e implementare tecnologie intelligenti, come sistemi di rilevamento delle infrazioni e semafori smart.
La gestione di questi fondi spetta al Dipartimento delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti della Regione Siciliana, con un focus specifico affidato al Servizio 9 – Infrastrutture viarie e sicurezza stradale.
Il progetto “LEARN!”: educazione e cultura per la sicurezza stradale
Tra i progetti premiati dalla Commissione Europea spicca “LEARN!”, un’iniziativa che punta sull’educazione stradale per creare una cultura della sicurezza diffusa. Promosso dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti (ETSC), il programma coinvolge scuole, insegnanti e comunità locali per sensibilizzare sui pericoli della strada e promuovere comportamenti responsabili.
La Sicilia, potrebbe ispirarsi a questo modello, integrandolo con un piano educativo regionale. Iniziative simili potrebbero essere avviate attraverso il Centro Regionale di Monitoraggio della Sicurezza Stradale, affiancando interventi infrastrutturali con programmi scolastici, campagne di sensibilizzazione e formazione per gli operatori del settore.
Interventi mirati e gestione efficace delle risorse
L’esempio di Bologna e i progetti premiati in Europa dimostrano che il cambiamento è possibile, ma richiede visione politica, interventi mirati e una gestione efficace delle risorse .È tempo di trasformare fondi e ispirazioni in azioni concrete, restituendo ai siciliani strade sicure e moderne.
Brigida Raso
Foto by Mixu