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Trump: dazi del 20% sulle importazioni, made in Italy a rischio

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti non era scontato. Infatti, secondo alcuni sondaggi pre-elettorali (Euronews) la candidata democratica, Kamala Harris, aveva il 48,7% di probabilità di essere eletta, mentre altri autorevoli modelli previsionali, come FiveThirtyEight e The Economist, attribuivano a Trump un margine di successo del 54%.

Queste previsioni discordanti, con Harris favorita a livello nazionale ma Trump in testa in alcune simulazioni, avevano alimentato aspettative diverse rispetto al risultato, generando un clima di incertezza. In particolare, gli analisti politici e gli economisti europei avevano ipotizzato una continuità delle politiche dell’amministrazione Biden, mentre buona parte degli elettori e commentatori americani vedevano Trump come un’opzione improbabile per il ritorno alla presidenza.

Di fronte all’esito finale, molti osservatori internazionali, hanno cominciato a valutare con attenzione le potenziali ripercussioni di un secondo mandato Trump sul commercio globale e sui mercati europei, considerato soprattutto che le sue dichiarazioni in campagna elettorale che riflettono un approccio volto a rafforzare l’economia interna attraverso una combinazione di riduzioni fiscali e misure protezionistiche.

Impatto delle Politiche Fiscali di Trump sull’Europa

In particolare, il neo eletto presidente durante i comizi pre-voto ha paventato l’ipotesi di rendere permanenti i tagli fiscali introdotti nel 2017, che avevano ridotto l’aliquota dell’imposta sulle società dal 35% al 21%, e ha proposto un’ulteriore riduzione dell’aliquota al 15% per le aziende. Inoltre, dichiarando di voler introdurre una tassa del 60% sui prodotti fabbricati in Cina e del 20% sulle altre merci di importazione, ha manifestato la sua intenzione di promuovere la produzione nazionale incentivando gli investimenti interni e di proteggere le industrie americane dalla concorrenza estera.

Tenuto conto che le politiche fiscali americane hanno un impatto diretto sulle esportazioni europee, e in particolare italiane, se Trump dovesse mantenere l’orientamento protezionista già osservato nel suo primo mandato, il commercio verso gli Stati Uniti potrebbe risentirne, penalizzando le esportazioni del Made in Italy.

Gli Stati Uniti sono un mercato strategico per molti settori italiani, come la moda, il lusso e l’agroalimentare, e una reintroduzione di dazi doganali o altre misure protezionistiche avrebbe effetti diretti sull’industria italiana, particolarmente sensibile ai cambiamenti del quadro normativo internazionale.

I commenti dei politici italiani

La reazione di alcuni leader italiani non si è fatta attendere. Il Vicepremier Matteo Salvini ha commentato positivamente la vittoria di Trump, sottolineando come temi come il “taglio delle tasse e la lotta all’immigrazione” trovino un’eco favorevole anche nell’agenda politica italiana. Tuttavia, altre voci, come quella di Riccardo Magi di +Europa, hanno espresso preoccupazione, definendo la vittoria di Trump “una sciagura per l’Europa”, paventando l’isolamento del continente di fronte a sfide globali come il cambiamento climatico e la crisi energetica.

Tassi d’interesse e politiche monetarie: implicazioni per il vecchio continente

Il ritorno di Trump potrebbe portare a un aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, uno scenario che spingerebbe potenzialmente anche la Banca Centrale Europea (BCE) a mantenere una linea restrittiva per preservare la competitività dell’euro. Questo rialzo dei tassi, pur mirato a frenare l’inflazione e attrarre capitali, potrebbe incidere pesantemente sul costo del credito in Europa e quindi anche sull’economia siciliana, dove le piccole e medie imprese sono già alle prese con un contesto economico incerto.

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha mantenuto un tono diplomatico nelle sue prime dichiarazioni, esprimendo la volontà di collaborare su una “forte agenda transatlantica”. Tuttavia, dietro le parole di circostanza, l’Europa osserva con cautela le prossime mosse di Washington.

Se l’amministrazione Trump dovesse riorientare gli investimenti verso i combustibili fossili, rallentando la transizione energetica, ciò potrebbe generare incertezze per i settori delle rinnovabili, verso cui molte imprese siciliane stanno puntando. Un simile scenario potrebbe inoltre alimentare disaccordi con l’Unione Europea, che ha fatto della sostenibilità uno dei suoi obiettivi prioritari.

Conclusione: Una Prospettiva di Opportunità e Sfide

L’impatto della presidenza Trump sul futuro economico dell’Italia e della Sicilia dipenderà dalle sue scelte politiche in materia di commercio, politica monetaria e regolamentazione ambientale. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se Trump cercherà un compromesso o se proseguirà con un programma più isolazionista. Per ora, l’Europa e l’Italia si preparano a una fase di adattamento, valutando attentamente ogni sviluppo per proteggere i propri interessi economici e strategici in un mondo sempre più interconnesso ma anche più complesso.

Brigida Raso

Fonte: Investopedia, https://bit.ly/eu_usatoday_com

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