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UE e Ponte sullo Stretto: chiarezza sui 25 milioni di euro

Il Ponte sullo Stretto torna al centro del dibattito, questa volta per un finanziamento europeo di 25 milioni di euro destinato alla progettazione della componente ferroviaria. Il finanziamento, annunciato ma ancora avvolto da dubbi e interrogativi, è stato oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata alla Commissione Europea lo scorso 8 novembre 2024 (P-002485/2024). Promotori dell’iniziativa sono stati i deputati del gruppo Verdi/Alleanza Libera Europea, tra cui Leoluca Orlando, Rosa D’Amato, Eleonora Evi, Cristina Guarda, Marie Toussaint e Bas Eickhout.

L’obiettivo? Far luce sull’effettiva esistenza del finanziamento e sulle apparenti discrepanze emerse tra le dichiarazioni della Società Stretto di Messina, il Ministero delle Infrastrutture e la mancanza di approvazioni ambientali essenziali, come la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e la Valutazione di Incidenza Ambientale (VincA). A complicare ulteriormente il quadro è l’introduzione, tramite il recente Decreto-Legge n. 35/2023, della possibilità di approvare il progetto per fasi esecutive. Questo approccio, secondo gli eurodeputati, potrebbe risultare in contrasto con le norme europee che richiedono una pianificazione integrata per l’accesso ai fondi comunitari.


Finanziamenti e contraddizioni: il contesto

La Società Stretto di Messina S.p.A., controllata dal Ministero delle Infrastrutture, ha dichiarato di aver partecipato al bando europeo Connecting Europe Facility for Transport (CEF-T) 2023, coordinato dall’agenzia CINEA, e di aver ottenuto un finanziamento di 25 milioni di euro per la progettazione del ponte ferroviario. Tuttavia, finora non esistono conferme ufficiali da parte dell’Unione Europea sull’effettiva concessione dei fondi.

Anche il progetto, sebbene approvato in una sua versione definitiva nel 2011 e aggiornato successivamente, non ha ancora superato le necessarie valutazioni ambientali previste dalla normativa italiana ed europea. Questa situazione solleva interrogativi su come un’infrastruttura priva di approvazioni definitive possa risultare idonea al finanziamento.

Ad alimentare i dubbi vi è anche il Decreto-Legge n. 35 del 31 marzo 2023, che consente di frammentare l’approvazione del progetto in fasi esecutive. Questa procedura, per gli eurodeputati, rischia di violare le regole europee sulla pianificazione unitaria, fondamentali per l’erogazione dei fondi comunitari.


Le domande chiave dell’interrogazione

L’interrogazione parlamentare punta su due quesiti cruciali:

  1. Il finanziamento esiste davvero? Gli eurodeputati chiedono se esista un documento ufficiale che confermi la concessione dei 25 milioni di euro, chi lo abbia firmato e su quali basi sia stato approvato.
  2. La conformità normativa è rispettata? Come può un progetto ancora privo di approvazioni ambientali definitive accedere ai fondi europei? Inoltre, l’approccio frammentario introdotto dal Decreto-Legge n. 35/2023 è compatibile con le regole comunitarie che richiedono una pianificazione integrata?

Trasparenza: un nodo cruciale

Orlando e i suoi colleghi insistono sulla necessità di chiarezza per garantire una gestione responsabile dei fondi pubblici. La Commissione Europea dovrà ora rispondere, spiegando le condizioni che hanno portato all’eventuale assegnazione del finanziamento e verificando il rispetto delle normative vigenti.


Tra ambizioni e polemiche

Il Ponte sullo Stretto continua a rappresentare uno dei progetti più controversi della storia italiana. Per i sostenitori, è un’opportunità strategica per rilanciare l’economia del Sud e migliorare la connessione tra Sicilia e Calabria. Per i detrattori, invece, rimane un’opera costosa, rischiosa dal punto di vista ambientale e carica di incognite.

L’assenza di approvazioni definitive, insieme alle criticità normative, alimenta ulteriormente le perplessità, rischiando di trasformare un sogno infrastrutturale in un simbolo di inefficienza.


Conclusioni

La trasparenza sollecitata dall’interrogazione di Orlando e dei suoi colleghi sarà determinante non solo per il destino del finanziamento, ma anche per la credibilità delle istituzioni coinvolte. Il Ponte sullo Stretto, da sempre al centro di grandi speranze e accese critiche, rischia di rimanere un progetto sospeso tra ambizioni e realtà se non verranno chiariti i dubbi sollevati.

Il dibattito è tutt’altro che concluso. Proseguiremo nel monitorare le risposte della Commissione Europea e le evoluzioni normative, impegnandoci a garantire un’informazione puntuale e trasparente.

Brigida Raso

Fonte: Interrogazione parlamentare n. P-002485/2024

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