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Fondi Ue, le richieste impossibili della burocrazia regionale

La richiesta, documentale, è stata notificata in questi giorni a un imprenditore da parte degli uffici della Regione siciliana e riguarda pagamenti di fondi a valere sulle risorse del Po Fesr, ovvero Fondi Ue.

Dopo circa 2 anni dalla presentazione dell’istanza da parte dell’imprenditore, il funzionario non si limita a chiedere un aggiornamento del cronoprogramma di spesa ma chiede che venga valorizzato, ovvero compilato, ogni singolo mese del piano di investimenti presentato a suo tempo. L’episodio è stato raccontato su Facebook da Francesco Paolo Trapani, commercialista e consulente di numerose imprese che ha pubblicato anche lo stralcio della richiesta che è simbolo dell’iperburocratizzazione delle procedure regionali e in particolare di quelle relative alla spesa dei Fondi europei.

“Al di là delle polemiche, oltre le frasi ad effetto, credo sia necessario analizzare i motivi del fallimento del PO FESR 14/20 e delle attività “in house” – scrive Francesco Paolo Trapani -. Si tratta di una richiesta totalmente inutile, non prevista dalla norma e ridondante. Come se non fosse possibile agevolare un piano di investimenti che prevede mesi senza spese…fattispecie assolutamente ordinaria in piani di investimento di piccola dimensione”.

Le domande sorgono spontanee soprattutto in questo caso trattandosi di Fondi Ue e dunque di linfa vitale per il nostro sistema produttivo: “Perché questa richiesta ? Perché sono cattivi? Pigri? Nemici della “contentezza”? Niente di tutto questo. Sono semplicemente inesperti e mal supportati: senza una robusta area legale a supporto, senza una preventiva analisi delle procedure. Ed il povero funzionario annaspa sepolto dalle carte che si autogenerano creando un mostro capace solo di ritardare ulteriormente la spesa. E’ arrivato il momento di ragionare su un piano di efficientamento della macchina amministrativa. Per il bene di tutti. Per Keynes, per Shumpeter e pure per il consenso”.

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