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Dal 2012 ad oggi la presenza di Navi container nel Mediterraneo, di dimensione >7.000 Teus, è aumentata di oltre il 21%. SRM ha rilevato oltre 100.000 posizioni navali nel Mare Nostrum e 800.000 in tutto il mondo. La presenza di Navi nel porto greco del Pireo, oggetto degli investimenti della compagnia cinese Cosco, nel 2016 è cresciuta del 74% rispetto al 2012.
La presenza di navi nei tre principali porti container italiani (Gioia Tauro, Genova e La Spezia) è cresciuta complessivamente dal 2012 ad oggi dell’86,4%. Nel porto di Genova la presenza di tali navi nel 2016 è raddoppiata (+99,4%) rispetto al 2012. Le navi che hanno fatto scalo nel porto di Shanghai (primo al mondo per traffico container) nel 2016 sono aumentate del 163% negli ultimi 5 anni. Shentzhen (terzo al mondo) è cresciuto nello stesso periodo del 14,7%. Sono questi i punti salienti del rapporto “Italian Maritime Economy” curato da SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e presentato oggi a Napoli.
Giunta alla 4° edizione e frutto degli studi compiuti dall’Osservatorio di SRM sull’Economia dei Trasporti Marittimi e della Logistica, la ricerca contiene un focus di approfondimento sulla Belt & Road Initiative della Cina (anche conosciuta come Via della Seta); si tratta di un piano di investimenti infrastrutturali che modificherà gli assetti della portualità e delle rotte da/verso l’estremo oriente con impatti significativi sui porti del Mediterraneo e sul Nord-Europa. Le analisi sono state realizzate in collaborazione con l’Università “Erasmus” di Rotterdam, la Kühne Logistics University di Amburgo ed il SISI-Shanghai International Shipping Institute con cui SRM ha siglato un protocollo di intesa per studi e ricerche congiunte.
Novità di quest’anno è l’utilizzo di una metodologia di ricerca innovativa di SRM; si tratta di un database di nuova creazione, con una serie storica comprendente circa 800.000 dati di posizioni navali che indicano, attraverso geo-rilevazioni, gli spostamenti di oltre 800 navi portacontainer di media e grande dimensione che navigano intorno al globo terrestre.
Tale metodologia ha consentito la costruzione di una serie di geo-mappe che saranno visualizzate e che hanno rilevato la dinamica e la presenza dei flussi navali container nel Mediterraneo e a livello mondiale. Si tratta di un approccio innovativo utilizzato da SRM per comprendere i trend del commercio internazionale e la direzione delle merci verso i mercati di sbocco, nonché i cambiamenti che gli investimenti cinesi stanno determinando a livello globale. Da queste geo-mappe emergono ancora più chiaramente i fenomeni che attestano la maggiore centralità del Mediterraneo nello scenario geo-economico mondiale.
L’evento è stato aperto da Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli, e Paolo Scudieri, presidente di SRM. E’ seguito l’intervento del Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, dal titolo Il Mezzogiorno protagonista nel Mediterraneo.
I risultati del Rapporto sono stati illustrati da Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, e Alessandro Panaro, responsabile dell’Area di Ricerca Maritime & Mediterranean Economy di SRM. E’ seguita una tavola rotonda in cui discuteranno di questi temi: Zeno D’Agostino, presidente Assoporti; Ferdinando Nelli Feroci, presidente IAI; Francesco Profumo, presidente Compagnia di San Paolo; Pietro Spirito, presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale; Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere. Ha moderato Alessandro Barbano, direttore de “Il Mattino”.
Maurizio Barracco, presidente Banco di Napoli: “Il Banco di Napoli ha sempre creduto che il futuro del Mezzogiorno passasse dal Mediterraneo. Lo diciamo da anni e da anni siamo impegnati in modo coerente su questo percorso, anche con importanti investimenti bancari in alcuni di questi paesi, come quelli del Gruppo Intesa Sanpaolo in Egitto su AlexBank. In Italia, sostenendo le imprese che esportano e gli imprenditori che investono. Ora lo scenario che emerge, ancor più chiaramente in questo nuovo Rapporto di SRM, ci fa vedere un Mediterraneo sempre più dinamico e centrale nelle rotte globali. L’Italia è nel mezzo e il Mezzogiorno ha una posizione di vantaggio. Ma la geografia non basta e i competitors non mancano. Occorre maggiore consapevolezza della posta in gioco e un impegno serio per non perdere le opportunità che emergono. Noi del Banco di Napoli siamo pronti a fare la nostra parte”.
Paolo Scudieri, presidente SRM: “SRM con questo Rapporto mostra che l’Italia deve ormai acquisire consapevolezza che sulla filiera mare-portualità-logistica si gioca la grande partita dell’efficienza dell’industria italiana che via mare importa materie prime ed esporta manifattura e agroalimentare. Il Mezzogiorno non è quella parte del Paese senza industria e senza capacità produttiva che spesso viene descritta. Oltre alle eccellenze c’è un tessuto di imprese, certo meno denso che nel Nord, ma comunque capace di produrre 27 miliardi di valore aggiunto manifatturiero all’anno. Più di quanto produca la Finlandia o la Norvegia. Questo tessuto imprenditoriale ha bisogno di un sistema logistico portuale efficiente e ben agganciato alle rotte e alle dinamiche del commercio mondiale”.
Massimo Deandreis, direttore generale SRM: “Quest’anno abbiamo arricchito il Rapporto con un’innovativa metodologia di geo-rilevazione elaborando oltre 800.000 dati di posizioni navali negli ultimi 5 anni. Emergono ancor più chiaramente i segni di una accresciuta centralità del Mediterraneo nel contesto geo-economico mondiale e il rafforzamento della rotta Sud Mediterraneo/Suez/Golfo/Cina. Di questo fenomeno l’Italia tutta può beneficiare fortemente. I porti del Nord, Genova e Trieste, come gate per l’accesso alla parte centrale dell’Europa. Quelli del Sud Italia, tanto sulla dorsale tirrenica che su quella adriatica, come terminali a servizio dell’intero sistema industriale italiano. Ma occorre investire urgentemente sui collegamenti ferrovia-porti, sull’intermodalità e su una logistica portuale più efficiente. È su questi aspetti che si gioca la vera partita, anche per il futuro del Mezzogiorno.”