Si è svolto ieri a Catania, presso l’NH Hotel Parco degli Aragonesi, il primo appuntamento del programma “La sfida della sostenibilità – Stakeholders a confronto”, organizzato da Manageritalia Sicilia. Con oltre 120 partecipanti tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e giovani universitari, l’evento dal titolo “Verso un futuro sostenibile” ha inaugurato un ciclo di incontri in cinque […]
Ha puntato su un settore che in Sicilia sembrava destinato a scomparire e su un territorio che sembrava non offrire opportunità di crescere. Invece, Filippo Miracula, fondatore e amministratore insieme al figlio Emanuele della Sartoria San Lorenzo, è la dimostrazione che la qualità e l’alta artigianalità possono superare confini apparentemente invalicabili. Così oggi a San Marco d’Alunzio, uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Messina, continua la sua attività che dà lavoro a un migliaio di persone tra diretto e indotto e che lavora centinaia di migliaia di capi di abbigliamento avendo come clienti le maggiori case di moda italiane. E’ la storia che propone questa puntata di Fattore S, il videoracconto delle imprese siciliane caratterizzate da particolare attenzione per il cosiddetto “dividendo sociale”.
“San Marco è un paese a 7 chilometri dal mare e a 600 metri di altezza, è uno dei borghi più belli d’Italia: fare un’impresa qui ha la sua valenza”, spiega Filippo Miracula. Il suo modo di fare impresa è quella di coinvolgere il territorio con laboratori autonomi e puntando molto sulla formazione. Nel territorio, così, è riuscito a creare un piccolo distretto del tessile.
Fattore S, Miracula racconta: “Sono stato migrante anch’io”
Ha vissuto un periodo in Svizzera e poi è rientrato in Sicilia, nel 1986, quando aveva 24 anni. “Oggi a distanza di 33 anni, ho un’azienda che confeziona i capi più importanti del mondo”, dice.
“L’azienda è vita, è gioia – spiega – è un modo per essere presente e dare qualcosa anche agli altri. Per questo stiamo facendo investimenti nel ghetto ebraico dove riscopriremo la storia del 1500. Abbiamo ristrutturato anche un convento dei cappuccini del ‘600 creando un centro di riabilitazione. Per i bambini abbiamo creato un centro dove i bambini studiano le lingue ma anche il dialetto aluntino che si stava perdendo.