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Il nuovo ruolo della Sicilia quale hub mediterraneo

Trascorso poco più di un quarto di secolo, il ruolo della Sicilia nell’area Euromediterranea è oggi da adeguare rispetto ai principi di cooperazione internazionale emersi nella carta di Barcellona nel 1995, che sanciva un contesto di cooperazione multilaterale con i paesi del bacino mediterraneo. Il partenariato attuale rappresenta infatti una nuova fase nelle relazioni dei paesi del Mediterraneo, affrontando, per la prima volta in un sol colpo, gli aspetti economici, sociali, umani, culturali e le questioni di sicurezza comune. Oggi, con il raddoppio del canale di Suez e gli intensi scambi commerciali da e per la Cina e l’Estremo Oriente, quel bacino si è allargato e ha fatto emergere una maggiore centralità della Sicilia dai punti di vista sia geopolitico sia economico. Diversi sono i ruoli possibili della Sicilia che vanno da piattaforma energetica e ponte economico e culturale fra Europa e Africa, fino a centro di sperimentazione dell’idrogeno verde e delle gigafactory per la produzione di pannelli solari per restare nel campo delle utilities. Ma altresì luogo di verifica per le zone economiche speciali (ZES) di libero scambio e crocevia irrinunciabile di nuove rotte commerciali est-ovest. Il punto della situazione sarà fatto al dipartimento Lumsa di Palermo, dove il prossimo 3 marzo si terrà un incontro seminariale dal titolo “Lo sviluppo degli scambi economici e sociali dei Paesi e delle imprese del Bacino del Mediterraneo”. L’incontro, aperto alla partecipazione della cittadinanza, è stato appositamente progettato dalla stessa Lumsa insieme alla Libera Università della Politica, al Coppem, ai Club service Rotary Palermo Mondello, Corleone e Lercara Friddi, al Club Zonta Palermo Triscele e al CISS. Esso nasce con l’intento di favorire l’elaborazione di proposte tangibili e l’implementazione di azioni mirate a contribuire allo sviluppo degli scambi economici e sociali dei paesi, dei popoli e dei continenti del mondo Mediterraneo così come concepito dallo storico francese Fernand Braudel che, qualche anno fa, scriveva: “Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre, insomma, un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la storia: bestie da soma, vetture, merci, navi, idee, religioni, modi di vivere”. Egli in tal modo collocava in primo piano il Mediterraneo, inteso quale soggetto geografico dinamico con tutte le sue molteplicità culturali, temporali e sociali. L’enigma meraviglioso del mondo Mediterraneo veniva così percepito da Braudel come realtà eterogenea e plurale, nella quale popoli, paesi e continenti diversi interagivano e si trasformavano in continuazione.

L’incontro di Palermo

L’incontro di Palermo vedrà come relatori Salvatore Capasso, direttore dell’Istituto Studi sul Mediterraneo del CNR, Adelfio Elio Cardinale, presidente del Comitato dei Garanti dell’università di Palermo, Antonio Giunta, responsabile nazionale Comitato Interpaese Italia-Marocco e Pasquale Hamel, scrittore e saggista.  Occorre peraltro ricordare che, fondata dal P. Ennio Pintacuda, alla fine degli anni ’90 del secolo scorso la Libera Università della Politica aveva elaborato un primo progetto in international business e public policies dell’Euromediterraneo, al quale avevano assicurato la loro partecipazione oltre al Cerisdi quattro atenei, ovvero le Università di Tunisi, Bologna, Venezia-Ca’ Foscari e Catania, di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e con altri qualificati organismi delle partecipazioni statali e della Regione Siciliana. Riprendendo e ampliando la felice intuizione di Pintacuda, l’incontro si propone di intervenire nel dibattito mediante la proposizione di analisi e proposte per ridefinire il ruolo della Sicilia nei rapporti con i vari paesi, i popoli e i continenti del mondo Mediterraneo.

Come isola più estesa del Mediterraneo per superficie e per popolazione e piattaforma naturale da sempre posta al centro del “continente liquido”, la Sicilia ha sempre giocato il ruolo di crocevia insostituibile nel mondo euromediterraneo. L’approfondimento della funzione della Sicilia in tale contesto diviene non soltanto utile, ma oltremodo opportuna in considerazione dell’esistenza di numerosi fattori d’instabilità e di tensione nelle relazioni euromediterranee e per poter esplorare l’orditura di nuove forme di cooperazione sovranazionali, privilegiando sempre i fattori centripeti di condivisione e di unione d’intenti sulle forze centrifughe di divisione e di disgregazione. 

L’articolo è stato redatto da

Giovanni Battista Dagnino, Presidente Corso di Laurea Magistrale in Economia e Management, LUMSA Palermo

Pietro Luigi Matta, Vicepresidente Libera Università della Politica

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