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Scuola: pensione anticipata, domande entro il 13 febbraio. Ecco come fare

Palermo – Scuola: i recenti eventi sismici e meteorologici hanno indotto il Miur a prorogare dal 23 gennaio al prossimo 13 febbraio la scadenza per la presentazione della domanda di dimissioni volontarie del personale scolastico attraverso le istanze on line: la proroga (introdotta con la nota n. 2718 a seguito delle difficoltà riscontrate “dal personale interessato nella presentazione delle domande di cessazione dal servizio”), integra la Circolare n. 2473, attraverso cui l’amministrazione ha riassunto i requisiti e le categorie per le quali la Legge di Stabilità 2017 ha introdotto una serie di eccezioni e deroghe rispetto ai requisiti restrittivi introdotti con la Legge di riforma Monti-Fornero.

La pensione di anzianità, quest’anno, potrà essere concessa ai lavoratori uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi e alle lavoratrici con 41 anni e 10 mesi; per quella di vecchiaia, invece, il via libera si realizzerà solo a 66 e 7 mesi di età anagrafica. L’elenco delle eccezioni è in apparenza lungo: sono state attivate l’opzione donna, la nona salvaguardia esodati e le categorie di lavori usuranti e precoci che hanno accesso alla cosiddetta Ape Social.

Tra le indicazioni fornite dal Miur, si spiega che per quanto riguarda la domanda di dimissione per l’opzione donna, questa “deve essere presentata utilizzando, esclusivamente, la procedura web Polis istanze on line che sarà resa disponibile dal 27 gennaio al 28 febbraio”. Sull’ottava salvaguardia degli esodati, l’amministrazione ricorda che è rivolta, in particolare, a chi è in congedo per assistere figli con disabilità grave: è possibile presentare la domanda di accesso presso l’Ispettorato territoriale di competenza entro e non oltre il 2 marzo; solo in un secondo momento, sarà dato sapere se si rientra in questa specifica categoria. Per quanto attiene invece l’Ape, l’anticipo pensionistico anticipato fino a 3 anni e mezzo, il Ministero dell’Istruzione fa sapere che non sono ancora stati varati i decreti attuativi con le indicazioni per poter accedere all’anticipo pensionistico: sarà necessario, quindi, attendere tali direttive.

Da Viale Trastevere viene specificato che l’articolo 1 comma, 195 e seguenti, della Legge di Bilancio 2017, ha previsto la possibilità di cumulare, senza oneri a carico dell’interessato, i periodi assicurativi con contribuzione versata a due o più forme di assicurazione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti dei lavoratori dipendenti, autonomi, e degli iscritti alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché agli enti di previdenza di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, “per conseguire il diritto ad un’unica pensione. Il cumulo può essere utilizzato per ottenere la pensione di vecchiaia, di inabilità, indiretta ai superstiti o, dal 2017, per ottenere la pensione anticipata. Nulla di nuovo, infine, per quel che concerne l’istanza di cessazione, la quale potrà essere presentata utilizzando le causali attualmente presenti su web Polis “istanze on line”.

L’aspetto economico risulta essere un aspetto dolente: sono tanti i sacrifici che vengono richiesti ai docenti e agli Ata che hanno presentano anticipatamente domanda di pensione. L’opzione donna, ad esempio, prevede in media un taglio dell’assegno pensionistico anche superiore al 30 per cento e anche l’Ape non è da meno. Uno degli emendamenti presentati in Parlamento da Anief alla Legge di Stabilità era rivolto all’estensione della deroga Ape a tutti i docenti della scuola pubblica, prescindendo dal tipo di corso scolastico di appartenenza; non si comprende, poi, per quale motivo, le nostre istituzioni continuino a negare l’elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado:

Eppure, tutti i docenti rimangono ad altissimo rischio burnout e devono avere la possibilità di fruire delle agevolazioni pensionistiche spettanti a chi svolge un lavoro usurante. Per chi ha almeno 35 anni di anzianità contributiva e oltre 63 anni e 7 mesi, c’è la possibilità di accedere all’Ape volontaria. Ma ad un prezzo a dir poco salato, visto che il lavoratore dovrà restituire per 20 anni, a partire da quando sarebbe dovuto andare in pensione secondo la Legge Fornero, tra il 2% e il 5,5% per ogni anno di anticipo, a seconda della percentuale dell’assegno chiesta. Per capire meglio la poca convenienza dell’opportunità fornita, Anief ha stimato che un pensionato con un assegno lordo di 2.200 euro, una somma verosimile per un docente della secondaria che chiede di andare in pensione, può fruire di 3 anni e 7 mesi di anticipo rispetto alla soglia Fornero, si troverebbe a restituire per venti anni ben 430 euro lordi al mese.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, “siamo all’assurdo, perché l’assegno di quiescenza deve necessariamente corrispondere ai contributi versati per una vita lavorativa. Lo ribadiamo: chiedere a chi ha lavorato 35 o 40 anni di privarsi di 300 o 400 euro su una pensione già penalizzata dal nuovo modello di calcolo contributivo introdotto dalla riforma Monti-Fornero, rappresenta secondo una provocazione bella e buona. Oppure solo fumo negli occhi”.

Secondo le previsioni del sindacato, non potrà essere sovvertita la tendenza verso la riduzione dei pensionamenti in Italia, rilevata di recente dalI’Istat attraverso il Focus sulle condizioni di vita dei pensionati 2014-2015. Secondo tali notizie, nel 2015 risultano essere 16,2 milioni i pensionati, con un calo di 80mila unità rispetto al 2014 e 600mila sul 2008. In base alle prime stime, nel 2017, a lasciare il servizio nelle scuole saranno appena 12mila docenti e 3mila dipendenti Ata e degli 80mila potenziali interessati alla pensione anticipata con l’Ape aderiranno ben pochi.

L’ingiustizia diventa ancora più importante quando si scopre che un docente tedesco oggi lascia l’insegnamento dopo 24 anni di servizio e senza decurtazioni, percependo una pensione quasi doppia rispetto ai nostri; invece, in Italia, per più di quattro pensionati su dieci l’assegno non arriva neppure a mille euro al mese. Sempre oggi, l’Istat ci ha detto, a questo proposito, che la media del reddito pensionistico lordo è di soli 17.323 euro. “È comunque bene che i lavoratori si sappiano districare in questo ginepraio di leggi e novità sui requisiti: per questo motivo abbiamo predisposto un servizio di consulenza per tutti coloro che sono interessati al pensionamento”, conclude Pacifico.

Anief ha infatti siglato una convenzione con il Centro servizi Cedan, società autorizzata a erogare, per mezzo della confederazione Cisal, servizi di Caf e patronato. I servizi offerti sono rappresentati dalla compilazione e elaborazione del modello 730, Isee e ogni pratica di natura fiscale, domande di pensioni, disoccupazione e assistenza previdenziale. È possibile, pertanto, richiedere una consulenza personalizzata attraverso la mail nazionale info@cedan.it, contattare il numero 091 424272 o rivolgersi alle sedi territoriali Anief.

PER APPROFONDIMENTI (a cura dell’Ufficio Studi Anief)
I requisiti per andare in pensione nel 2017: dipendenti pubblici
Pensione di vecchiaia
Uomini e donne – nel 2017 con 66 anni e 7 mesi di età (con almeno 20 anni di contributi)

Pensione anticipata
Donne – nel 2017 con 41 anni e 10 mesi di contributi
Uomini – nel 2017 con 42 anni e 10 mesi di contributi
Uomini e donne assunti dal 1/1/1996 in possesso di anzianità contributiva minima di 20 anni e importo minimo pari 2,8 volte l’assegno sociale – nel 2015 con 63 anni e 7 mesi di età.

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