La casa green fa bene all’ambiente e anche al portafoglio. Nell’ultimo anno, complici le aspettative sul calo dei tassi di interesse e le offerte lanciate da alcune banche per cavalcare l’onda della direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli immobili, il costo dei mutui per abitazioni di Classe A e B ha segnato una forte contrazione. Secondo […]
Sono 50 i milioni di euro per le borse di studio dei studenti siciliani fermi nei cassetti dell’Assessorato regionale e borse di studio non erogate dal 2014, con tanti beneficiari che nel frattempo hanno pure terminato gli studi.Di questa sitauzione si è discusso stamattina, su richiesta di Marianna Caronia, in V Commissione all’ARS, dove sono stati ascoltati i dirigenti dell’Assessorato regionale.
“Siamo rimasti esterrefatti – ha detto Caronia – nell’apprendere che la Regione non ha personale per il disbrigo di queste pratiche. Si, proprio così, la mastodontica Regione Siciliana non ha qualche dipendente che possa materialmente preparare pochi atti formali, perché il grosso del lavoro lo fanno i comuni che raccolgono tutte le istanze.
I dirigenti regionali si sono letteralmente arrampicati sugli specchi per trovare giustificazioni all’ingiustificabile.”
La legge regionale 62 del 2000 ha previsto infatti che la Regione eroghi le borse a tutti gli studenti delle scuole primarie (ex elementari) e primarie di primo e secondo grado (ex scuole medie e superiori) ripartendo i fondi in base al numero di richiedenti ed alla rispettiva situazione economica in base all’ISEE.
Si va quindi da poche decine di euro fino ad oltre 1.000 euro per singolo studente.
Per Caronia, “una legge nata per sostenere gli studi per ragazzi e ragazze meritevoli e in condizioni economiche svantaggiate si è trasformata nell’ennesima beffa e presa in giro con la Regione che incassa i soldi dallo Stato e poi li tiene nei propri cassetti. Nel frattempo ci sono studenti che hanno pure finito il proprio percorso scolastico.”
“Mi aspetto dal Presidente Musumeci e dall’Assessore Lagalla – ha concluso la parlamentare – che non tollerino ulteriormente questa situazione, imponendo ai propri dirigenti di procedere all’erogazione delle somme in tempi brevissimi.”