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Tolc Medicina in bilico: Tar Lazio condanna ministero e Cisia

Sono incerte le sorti del TOLC dopo che il TAR ha accolto con sentenza il ricorso degli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia imponendo al CISIA e al Ministero di consegnare le domande somministrate nelle prove di accesso per i corsi di laurea a numero programmato di Medicina e Chirurgia ed Odontoiatria e protesi dentaria.

Oltre ai quesiti, che sino ad oggi l’Amministrazione si è sempre rifiutata di consegnare impedendo, per la prima volta nella storia dei concorsi pubblici e dei test di ingresso la visione dei compiti da parte degli studenti, il CISIA dovrà consegnare tutti i dati e tutta la documentazione atta a chiarire le modalità di svolgimento del test, ma soprattutto le modalità con cui è stato applicato il c.d. equalizzatore. Come noto difatti gli studenti ad oggi non occupano un posto in graduatoria in base al punteggio ottenuto al test, ma in base ad un punteggio elaborato e modificato in base a criteri e modalità ad oggi sconosciute.

Il Consorzio toscano a cui il Ministero ha affidato le chiavi per la gestione delle prove di ingresso a quiz ai corsi di laurea più ambiti d’Italia, aveva puntato tutto sulla segretezza di una banca dati costituita da 1700 quesiti da somministrare, in due sessioni ad anno, ai circa 65.000 candidati aspiranti camici bianchi. Solo non divulgando tale banca dati, si legge nelle difese del Consorzio, verrebbe consentita “la ripetibilità delle prove e la preparazione personalizzata per le successive sessioni“.

A nessuno dei candidati, dunque, il CISIA prima dei nostri ricorsi consentiva di avere contezza della propria prova. Al più, i 60 mila candidati, potevano fisicamente recarsi a Pisa, ove il consorzio ha sede, per visionare i quesiti senza possibilità alcuna di prendere appunti e ciò in spregio non solo della normativa in materia, anche costituzionale, ma senza alcun rispetto per gli studenti e le loro famiglie che hanno fatto affidamento nell’Amministrazione.

Il TAR, aderendo alle tesi dello studio Bonetti & Delia, ha affermato che “non può ammettersi che interi segmenti dell’attività amministrativa vengano sottratti in toto alla conoscibilità finanche degli interessati direttamente pregiudicati dalla stessa, con conseguenti: i) impossibilità, per questi ultimi, di compiere qualsiasi verifica dell’operato dell’Amministrazione; ii) esclusione di ogni possibilità di tutela giurisdizionale delle loro situazioni giuridiche, esclusione non certo compensabile, neppure in minima parte, né dalle maggiori chances future di accesso al corso di laurea né dalla possibilità di disporre di esercitazioni mirate“.

Se, dunque, il sistema TOLC era stato presentato dal Ministero come mezzo di selezione più efficace, ad oggi ha rilevato tutti i suoi limiti e deve essere ripensato per intero. È probabilmente per questo che alle porte della prossima sessione calendarizzata per febbraio 2024, il Ministero non ha ancora consentito ai candidati di presentare la relativa domanda.

Tramite il ricorso presentato dallo studio legale Bonetti & Delia, tali illegittimità sono state portate all’attenzione del Giudice Amministrativo e a seguito della sentenza del TAR Lazio si chiede all’Amministrazione di rifarsi ai principi cardini del diritto amministrativo e soprattutto si lavora affinché l’essere ammessi o esclusi dal corso di laurea dipenda esclusivamente dal merito del candidato e non da un sistema poco chiaro.

Sono incerte le sorti del TOLC dopo che il TAR ha accolto con sentenza il ricorso degli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia imponendo al CISIA e al Ministero di consegnare le domande somministrate nelle prove di accesso per i corsi di laurea a numero programmato di Medicina e Chirurgia ed Odontoiatria e protesi dentaria.

Oltre ai quesiti, che sino ad oggi l’Amministrazione si è sempre rifiutata di consegnare impedendo, per la prima volta nella storia dei concorsi pubblici e dei test di ingresso la visione dei compiti da parte degli studenti, il CISIA dovrà consegnare tutti i dati e tutta la documentazione atta a chiarire le modalità di svolgimento del test, ma soprattutto le modalità con cui è stato applicato il c.d. equalizzatore. Come noto difatti gli studenti ad oggi non occupano un posto in graduatoria in base al punteggio ottenuto al test, ma in base ad un punteggio elaborato e modificato in base a criteri e modalità ad oggi sconosciute.

Il Consorzio toscano a cui il Ministero ha affidato le chiavi per la gestione delle prove di ingresso a quiz ai corsi di laurea più ambiti d’Italia, aveva puntato tutto sulla segretezza di una banca dati costituita da 1700 quesiti da somministrare, in due sessioni ad anno, ai circa 65.000 candidati aspiranti camici bianchi. Solo non divulgando tale banca dati, si legge nelle difese del Consorzio, verrebbe consentita “la ripetibilità delle prove e la preparazione personalizzata per le successive sessioni“.

A nessuno dei candidati, dunque, il CISIA prima dei nostri ricorsi consentiva di avere contezza della propria prova. Al più, i 60 mila candidati, potevano fisicamente recarsi a Pisa, ove il consorzio ha sede, per visionare i quesiti senza possibilità alcuna di prendere appunti e ciò in spregio non solo della normativa in materia, anche costituzionale, ma senza alcun rispetto per gli studenti e le loro famiglie che hanno fatto affidamento nell’Amministrazione.

Il TAR, aderendo alle tesi dello studio Bonetti & Delia, ha affermato che “non può ammettersi che interi segmenti dell’attività amministrativa vengano sottratti in toto alla conoscibilità finanche degli interessati direttamente pregiudicati dalla stessa, con conseguenti: i) impossibilità, per questi ultimi, di compiere qualsiasi verifica dell’operato dell’Amministrazione; ii) esclusione di ogni possibilità di tutela giurisdizionale delle loro situazioni giuridiche, esclusione non certo compensabile, neppure in minima parte, né dalle maggiori chances future di accesso al corso di laurea né dalla possibilità di disporre di esercitazioni mirate“.

Se, dunque, il sistema TOLC era stato presentato dal Ministero come mezzo di selezione più efficace, ad oggi ha rilevato tutti i suoi limiti e deve essere ripensato per intero. È probabilmente per questo che alle porte della prossima sessione calendarizzata per febbraio 2024, il Ministero non ha ancora consentito ai candidati di presentare la relativa domanda.

Tramite il ricorso presentato dallo studio legale Bonetti & Delia, tali illegittimità sono state portate all’attenzione del Giudice Amministrativo e a seguito della sentenza del TAR Lazio si chiede all’Amministrazione di rifarsi ai principi cardini del diritto amministrativo e soprattutto si lavora affinché l’essere ammessi o esclusi dal corso di laurea dipenda esclusivamente dal merito del candidato e non da un sistema poco chiaro.

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