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Banca centrale europea: l’eredità di Draghi

Per riassumere l’epoca Draghi alla presidenza della Banca Centrale europea basta una frase: “La BCE è pronta a tutto per proteggere l’euro”, ha dichiarato Draghi, “e credetemi, sarà abbastanza”. Un impegno in tre parole, pronunciato a sorpresa da Mario Draghi in una conferenza a Londra nell’estate del 2012, a pochi mesi dalla sua nomina a capo della Banca europea. Una promessa, un programma che non tarda a mettere in pratica e che rappresenta il suo lascito maggiore.

Nel pieno della crisi del debito sovrano dell’eurozona, Draghi mette fine alle speculazioni sull’agonia dell’Unione e cambia il corso della BCE. Qualche settimana più tardi annuncia un piano di acquisto di obbligazioni e il rafforzamento dalla politica monetaria. Non tutti approvano però i suoi metodi, come il presidente della Bundesbank Weidman. I più critici dicono che va oltre il suo mandato Col senno di poi, difficile negare che il “pronto a tutto” di Draghi non sia stato una svolta decisiva per la crisi dell’eurozona. Soprannominato Super Mario, ha mantenuto la sua promessa Uomo di poche parole, prima di ogni suo annuncio sulle decisioni della banca i tweet si scatenano. C’è persino un indovinello sulla sua cravatta: con un hashtag # DraghiTieGuesses giornalisti e analisti interpretano il colore scelto come indicatore economico. Un giochetto molto amato di cui Draghi è probabilmente al corrente.

(https://twitter.com/katie_martin_fx/status/474442330851000320?s=20) Nello stesso, leggendario discorso del 2012, ha dichiarato: “L’euro è come un calabrone. Un mistero della natura perché non dovrebbe volare e invece lo fa. ” Dal 1 ° novembre spetterà a Christine Lagarde il compito di mantenere la BCE in volo.

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