L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
“Per Carige il fattore tempo è determinante ed entro febbraio sarà presentato il piano industriale. Non si parla di esuberi fino a che non ci sarà un partner, ma solo di un cambio di modello organizzativo che potrebbe prevedere la mobilità e la riqualificazione del personale. In futuro ci opporremo a qualsiasi ipotesi di licenziamento perché abbiamo gli strumenti per gestire eventuali eccedenze di personale. Obiettivo dei commissari straordinari del gruppo, che stanno facendo un buon lavoro, è creare una realtà appetibile per un compratore. In quest’ottica, si sta procedendo a una rapida dismissione dei crediti deteriorati per alleggerire i bilanci, per scendere sotto il 10% stabilito dalle regole della Banca centrale europea. Il dossier Carige è stato sicuramente visionato da diversi gruppi bancari, ma è ancora presto per parlare di potenziali acquirenti”. È quanto dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, dopo l’incontro con i commissari del gruppo Carige straordinari di questa mattina a Genova.
Sileoni giudica “positivo l’intervento del Governo, che serve a tranquillizzare il mercato e i clienti della banca: in caso di necessità, Carige sarà ricapitalizzata e quindi comprata dallo Stato. È una sorta di piano B, sia per prendere tempo sia per dimostrare che la banca non è sola. Un piano B da far scattare solo se non andrà in porto la ricerca di un partner, da parte dei commissari straordinari, nell’ottica della fusione auspicata anche dalle autorità di vigilanza”.