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Confidi in Sicilia, un sistema che resiste

Luci e ombre nel sistema dei confidi siciliano: se da un lato alcuni indicatori mostrano un arretramento di alcuni importanti indicatori, dall’altro si registra una forte resilienza del settore sull’Isola, nonostante a livello nazionale si stia affrontando la più lunga fase di declino. Accanto alla riduzione dello stock di garanzie rilasciate e alla redditività in discesa si nota quindi una liquidità che resta elevata. Ma la sostenibilità passa da processi di aggregazione, soprattutto per le realtà più piccole. È quanto emerge dalla Survey annuale sui Confidi siciliani realizzata da Raffaele Mazzeo, advisor esperto del settore del credito, che da anni fotografa la situazione del settore.

Riduzione dello stock garanzie rilasciate: l’analisi tecnica rileva che ad eccezione di un confidi che registra forti tassi di crescita, per la maggior parte dei confidi del settore operanti in Sicilia lo stock di garanzie si è ridotto nel 2017 del 5,3% (-24 milioni di euro). Rispetto al 2012, anno di partenza di rilevazione della Survey, la riduzione è stata del 31,1% (-195 milioni di euro). Di contro a livello di sistema le garanzie deteriorate si sono ridotte passando da 231 milioni di euro a 211 milioni di euro. A livello di sistema il ricorso alla controgaranzia è rimasto pressoché costante pari al 28%.

Redditività ancora in discesa: ad eccezione di un confidi, tutti gli altri hanno peggiorato il proprio risultato di esercizio. Il peggioramento rispetto all’anno prima ammonta a 3,5 milioni. A livello aggregato per i confidi 106 e 112 di fascia maggiore il patrimonio netto si riduce del 4,4%  (-2,9 milioni di euro) passando da 66 milioni a 63 milioni.

La liquidità resta elevata: la dotazione di liquidità e di strumenti finanziari per i confidi 106 e 112 di maggiore dimensione, malgrado le escussioni subite nell’anno  (6,4 milioni di euro di valore lordo) e le perdite dell’esercizio (-3,9 milioni), resta elevata e si è ridotta solo del 9,6% (da 117 milioni a 106 milioni).

“Il sistema dei confidi – sottolinea Raffaele Mazzeo – a due anni dalla riforma che ha istituito le nuove categorie dei confidi 106 vigilati dalla Banca d’Italia e dei confidi non vigilati 112 non vigilati si contrae. Riscontriamo un arretramento incessante del comparto dal 2012. In questi anni è sostanzialmente sparito un terzo del settore della garanzia privata. I confidi maggiori in qualche modo resistono. Per i confidi non vigilati 112 con particolare riferimento a quelli che rientrano nella fascia di minore dimensione si prospetta, invece, un futuro grigio. Per questi la sostenibilità passa attraverso percorsi di aggregazione da avviare e concludere in tempi brevi”.

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