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Consulta regionale della Pesca, Mainenti: “Mancata costituzione penalizza il settore”

Il ritardo nella costituzione della Consulta regionale della Pesca mediterranea siciliana sta provocando numerosi problemi ed è per questo che bisogna intervenire. Parola di Daniela Mainenti, professore straordinario di Diritto processuale penale, specialista in comparazione giuridica.

Gentile professoressa a che punto siamo per il lavoro della Consulta regionale della Pesca Mediterranea Siciliana?

Sfortunatamente la Consulta, la cui costituzione è prevista dalla legge regionale n. 9 del 20/06/2019, non ha visto, ad oggi, a quasi 60 giorni di ritardo rispetto al termine dei 180 giorni previsti per l’attuazione della stessa, scaduti lo scorso 31 dicembre 2019, la sua regolare convocazione.

Da cosa dipende secondo lei e qual è il ruolo della Consulta?

Da cosa dipende non è dato saperlo, indubitabilmente esso sembra essere il riflesso di una macchina amministrativo-burocratica non efficientemente organizzata e strutturata. Di sicuro la qualità del servizio che la Pubblica Amministrazione rende al cittadino si misura proprio nel rispetto dei termini e nella applicazione ed esecuzione delle leggi. Tale misura è poi quella che il cittadino-elettore dovrà valutare nel momento in cui decide la propria rappresentanza politica e, a cascata, la propria classe dirigente. Non dimentichiamo che proprio quella classe dirigente e i vertici ai ruoli dirigenziali della macchina amministrativa sono tenuti ad eseguire, applicare ed interpretare le indicazioni di indirizzo politico. Se è fallace la guida politica, ne risente, a cascata, l’intera macchina amministrativa che fatalmente opererà in termini di provvedimenti d’urgenza ovvero legati a logiche spesso opache o poco comprensibili.

Ci spiega meglio?

Vuol dire che in mancanza di un organo consultivo come la Consulta regionale sulla Pesca le decisioni strategiche per questo comparto a livello regionale vengono prese senza tenere conto dei pareri tecnici e scientifici dei portatori di interessi, oltretutto al di fuori di un contesto di interlocuzione trasparente.Alla Consulta regionale della Pesca Mediterranea possono essere chiesti pareri, da parte del decisore politico che ben potrebbero coadiuvare, in modo virtuoso, il processo decisionale e rendere più efficiente ed adeguato il procedimento amministrativo.

Per esempio?

Per esempio le misure di spesa dei fondi europei e le azioni susseguenti anziché essere il frutto di un procedimento decisorio unilaterale dovrebbero essere concertate in una ottica di strategia e di sviluppo condivisa all’interno di un dibattito consultivo aperto e pubblico. La Consulta regionale della Pesca Mediterranea potrebbe essere, se messa nelle condizioni di operare, uno strumento molto positivo per dare slancio al settore soprattutto in vista della imminente stagione della pesca del tonno ma anche, con riferimento agli aspetti ancora non attuati della legge regionale sulla pesca, si pensi per esempio a quegli ambiti che prevedono un maggiore richiamo ai piani di gestione, al riordino dei mercati del pesce dell’isola, principalmente a tutela del consumatore contro la pesca e la vendita illegale, per non parlare del definitivo impulso alla materia dell’ittiturismo che amplierebbe mirabilmente l’offerta turistica della Sicilia.

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