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CoopCulture lancia una call per gli spazi del Museo Salinas di Palermo

CoopCulture sceglie Palermo per l’assemblea annuale durante la quale è stato presentato il bilancio di sostenibilità della più grande cooperativa nel settore della cultura “#CoopforCulture” indica l’impegno che la cooperativa ha dedicato proprio in Sicilia al settore della cultura. Che nei siti i cui servizi sono gestiti da CoopCulture, registra un vero e proprio balzo in avanti nel numero di ingressi – +31 per cento nella sola Valle dei Templi  – 860 mila visitatori – nel 2017 e un complessivo +30 per cento nei siti palermitani, quindi palazzo della Zisa e Chiostro dei Benedettini di Monreale. In Sicilia CoopCulture conta 80 nuovi occupati il cui 90% è laureato, l’80% ha meno di trent’anni e il 70% è donna..

 

E da Palermo, dal museo Salinas – che ha ospitato “#CoopforCulture – è stata lanciata una CALL per stilare insieme un cartellone di eventi e manifestazioni negli spazi del museo archeologico, il nuovo bookshop, l’agorà e il chiostro minore. Sono invitati a proporre appuntamenti enti, associazioni, istituzioni; appuntamenti che verranno vagliati da un’apposita commissione e inseriti nel programma. Hanno già dato la loro adesione, il Teatro Biondo, il Centro di Cinematografia e il festival delle Letterature Migranti. le proposte devono giungere alla mail

palermo@cultureconceptstore.it “Un museo deve essere aperto alla città – dicono Francesca Spatafora, direttrice del Salinas e Letizia Casuccio, direttore di Coopculture – e la sua funzione non può essere più quella della semplice esposizione di reperti. Il progetto di un hub culturale, prolungamento della piazza, farà conoscere il sito anche al frequentatore non abituale”. Da pochi giorni il nuovo hub del Salinas è fornito di bookshop e di un bistrot di eccellenze gastronomiche siciliane, molto frequentati dal pubblico, soprattutto straniero.

“Speriamo che presto altri siti siciliani seguano l’esempio virtuoso del museo Salinas” dice l’assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, al fianco dell’assessore comunale alla Cultura Andrea Cusumano che sottolinea come, “nell’anno di Palermo Capitale italiana della Cultura, ogni sito riesce a ritagliarsi una sua individualità, parte di un progetto straordinario, e unico, quello di Palermo”. Un videomessaggio è giunto da Silvia Costa, parlamentare europea, componente della commissione Cultura. “Nll’anno Europeo del Patrimonio, l’azione che Palermo sta conducendo, nel suo anno da capitale, è starordinaria per la forza, sia nella sua dimensione social, economica e professionale”.  

 

Ma partiamo dal bilancio di CoopCulture che è molto brillante nei numeri (per incassi, per occupati, per qualificazione dei dipendenti, per investimenti). Hanno partecipato alal giornata, Il presidente di Legacoop Sicilia Pietro Piro, il parlamentare ARS Luigi Sunseri, Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS e la parlamentare europea Michela Giuffrida, Roberto Calari, presidente di CulTurMedia, Filippo Parrino, presidente di Legacoop Sicilia Occidentale.. “Sostenibilità e relazione – aggiunge Giovanna Barni, presidente di CoopCulture –  sono i fili che hanno intessuto la trama del nostro ultimo anno, che ci ha visto impegnati nel rinsaldare il rapporto con i territori nei quali operiamo, puntando al consolidamento delle diverse vocazioni espresse anche mediante il coinvolgimento di soggetti su scala territoriale. In più abbiamo accresciuto la nostra capacità di innovazione, con un approccio umanistico, attraverso strumenti tecnologici di fruizione, ponendo al centro le persone e i loro fabbisogni, impiegando la tecnologia come uno strumento per processi di empowerment e di partecipazione (come è avvenuto con Caracalla IV Dimensione).

 

E chiudiamo con i numeri: il 2017 è stato per CoopCulture un anno straordinario con una crescita complessiva del valore economico generato del 28% rispetto al 2016 (passato da 50 a oltre 64 milioni), con una maggiore diversificazione e un allargamento territoriale in cui la parte del leone nelle novità l’ha fatta la Sicilia. Così, il valore aggiunto prodotto da CoopCulture è arrivato a rappresentare nel 2017 circa il 2% del totale del valore aggiunto attivato dal settore patrimonio storico artistico in Italia,in crescita del 26% rispetto al 2016, a fronte di un decremento del 3,2% del dato complessivo nazionale sull’anno (fonte rapporto Symbola). Il numero degli occupati fa segnare un balzo in avanti del 20% che arriva al 32% con la fusione con Copat: al 31 dicembre 2017 la popolazione aziendale di CoopCulture era composta da 1697 lavoratori, di cui 985 soci lavoratori e 712 dipendenti. Così complessivamente il 3,3 % degli occupati nel settore Patrimonio storico artistico italiano è all’interno di CoopCulture. Il 73% dei dipendenti sono donne, il 53 % ha una laurea e un altro 40% un diploma superiore. Il 78% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato.

 

 

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