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Fondi Ue, le Regioni al ministro: “Difendere politica di coesione”

“Difendere la politica di coesione in Europa, agire attraverso la concertazione con le Regioni e puntare sulla semplificazione per migliorare la performance del sistema Italia rispetto alla capacità di programmazione e spesa dei fondi strutturali”. Sono queste, in sintesi, le indicazioni che il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha voluto suggerire al Governo in occasione di un confronto su tali temi a Palazzo Chigi con il ministro Barbara Lezzi e il ministro Erika Stefani.

“Se le indicazioni del Governo saranno chiare le Regioni sono pronte a svolgere fino in fondo al loro parte in un quadro di leale collaborazione istituzionale, ma occorrono certe condizioni. La prima è che l’esecutivo intervenga sul bilancio Ue poco ambizioso che incide su politica di coesione e politica agricola per lo sviluppo rurale. Politiche di spesa tradizionali sviluppate sui territori che stanno aiutando questo paese ad uscire dalla crisi. In tutte le fasi del negoziato occorre difendere la natura strutturale del fondo sociale europeo come componente ineliminabile della politica di coesione. Inoltre dobbiamo insistere – ha proseguito Bonaccini – per chiarire che il rapporto tra politica di coesione e semestre europeo deve comunque ruotare attorno da obiettivi coerenti con la politica di coesione senza inficiare certezza e stabilità alla programmazione. Il presidente della Conferenza delle Regioni ha chiesto chiarezza anche sulla questione del co-finanziamento nazionale. Ottenere lo scorporo del cofinanziamento dal patto di stabilità interno deve essere una priorità. Ciò consentirebbe di liberare i bilanci regionali dal paradosso di avere risorse e non potere spenderle. “Noi siamo disponibili a fare tutto il possibile per monitorare l’azione del sistema Italia – sia sull’attuazione dei Por (programmi operativi regionali) che dei Pon (programmi operativi nazionali) – e per incidere sulle regole per facilitare la spesa. A questo proposito – ha concluso Bonaccini – ho proposto al Governo l’istituzione di un gruppo di contatto ristretto con le Regioni per seguire il negoziato europeo.


“Ho ritenuto importante condividere il tema con i responsabili e con i fruitori delle prossime politiche di coesione. Oggi è iniziato un negoziato che è anche abbastanza impegnativo perché ci sono delle penalità che l’Italia vuole superare”. Lo ha riferito al termine di una riunione dedicata alla programmazione 20121-2027 la ministra per il Sud e la Coesione sociale Barbara Lezzi. All’incontro hanno partecipato Regioni e enti locali (vedi noitizia successiva). “Io ritengo che fare sistema Paese e poter portare alla Commissione europea l’enorme vantaggio di essere d’accordo con le Regioni e con gli enti locali, ci possa dare ulteriore forza”, ha aggiunto Lezzi.

“Ho trovato molta collaborazione e sintonia da questo punto di vista, abbiamo abbandonato tutti i Campanili e abbiamo perfezionato tutti gli emendamenti da presentare alla Commissione europea per far sì che la prossima politica di coesione sia ricca, che non ci siano penalità e che il tutto possa essere utilizzato nella maniera più semplice ed efficace possibile. Presenteremo – ha annunciato ancora il ministro – un piano di semplificazioni nell’utilizzo dei fondi, perché è giusto che le Regioni non siano impegnate attorno alla burocrazia, ma più nella programmazione e nella progettazione. Abbiamo richiesto fortemente che venga tenuta nel giusto conto la condizionalità macro-economica, che significa che se un territorio non risponde ai giusti canoni del rapporto deficit-pil potrebbe rischiare di perdere risorse e questo noi non vogliamo che accada perché i cittadini di quei territori che hanno dei fondamentali peggiori non devono ulteriormente aggravare la propria situazione, e su questo siamo tutti d’accordo. Questo accadrà – ha concluso Lezzi – anche sul piano delle riforme strutturali, su cui la commissione Ue ha messo sul piatto 22 miliardi, però noi come Italia vogliamo che su questo le priorità, sia per il contenuto che per l’oggetto, vengano date dal Paese membro”.

“I comuni hanno apprezzato le nuove norme per la semplificazione nel nuovo regolamento sulle politiche di coesione. Gli assi strategici sono passati da 11 a 5 e con il governo speriamo di gestire meglio le politiche a favore delle città metropolitane, di quelle medie e dei piccoli comuni. Tuttavia chiediamo maggiore flessibilità per gli enti che spendono di più” ha detto Antonio Decaro, presidente Anci e sindaco di Bari al termine di un incontro a Palazzo Chigi con il ministro per il Sud e la Coesione Sociale Barbara Lezzi, dedicato alla programmazione 2021-2027 dei fondi Ue.
Il Friuli Venezia Giulia – ha detto l’assessore alle Politiche europee, Pierpaolo Roberti – si attiva insieme al Governo centrale per evitare la forte penalizzazione prevista dai nuovi criteri di riparto dei fondi europei che, a fronte di una riduzione media del 12 per cento, comporterebbero per la nostra regione una riduzione del 40 per cento nella programmazione 2021-27. La concertazione con Bruxelles – aggiunge Roberti – proseguirà ora in maniera molto più incisiva dopo che il Governo ha recepito perfettamente le nostre preoccupazioni. A questo proposito – ha assicurato l’assessore – la Regione fornirà tutto il supporto necessario affinché l’azione nei confronti dell’Unione europea risulti il più efficace e puntuale possibile. Non dobbiamo e non possiamo permetterci – sottolinea Roberti – di vederci ridotti, praticamente dimezzati, i 79 milioni di euro ricevuti per il periodo 2014-20 attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per i programmi di cooperazione transfrontaliera con Slovenia, Austria e Croazia. Tanto più – conclude l’assessore – se consideriamo che, insieme al Veneto, il Friuli Venezia Giulia è la Regione più virtuosa in termini quantitativi e qualitativi nell’ambito dei progetti in cui risultiamo coinvolti”.

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