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Frode sui contributi Covid: indagine a Siracusa svela rete di finte società

Durante il difficile periodo dell’emergenza sanitaria per Covid-19, il governo italiano ha implementato diverse misure di sostegno economico per aiutare le imprese in difficoltà. Tra queste, i contributi a fondo perduto si sono rivelati un’ancora di salvezza per numerose aziende, professionisti e lavoratori autonomi. Tuttavia, questo meccanismo di supporto è stato recentemente oggetto di un’importante indagine da parte dei finanzieri del Comando Provinciale di Siracusa.

Le indagini, condotte con scrupolosità e precisione, hanno portato alla luce un sofisticato sistema di frode. Più di dieci società, formalmente registrate nelle province di Siracusa, Messina e perfino nello Stato di Malta, si sono rivelate essere in realtà entità fittizie, create per occultare operazioni commerciali inesistenti. Queste società, apparentemente operanti nel settore delle sponsorizzazioni automobilistiche, erano in realtà controllate da un unico faccendiere di Siracusa e servivano esclusivamente come facciate per attività illecite.

L’organizzazione criminale, tramite la falsificazione di dichiarazioni dei redditi e di documentazione IVA, è riuscita a ottenere ingenti somme di denaro attraverso i contributi a fondo perduto destinati alle imprese colpite dalla crisi pandemica. Il modus operandi dell’associazione era ingegnoso quanto semplice: gonfiare i fatturati del 2019 per poi mostrare un calo drastico nei ricavi durante il periodo pandemico del 2020-2021. Questo artificio ha indotto in errore gli enti erogatori, facendo sì che i fondi venissero concessi in modo fraudolento.

Dall’analisi dei movimenti finanziari e delle dichiarazioni fiscali delle persone e delle entità coinvolte, è emerso un quadro preoccupante. I fondi illecitamente ottenuti venivano rapidamente trasferiti su conti correnti maltesi, appartenenti ai membri dell’organizzazione criminale. Per rendere ancora più ardua la tracciabilità dei fondi, venivano emesse fatture per operazioni fittizie, principalmente relative a sponsorizzazioni mai effettuate.

Il lavoro meticoloso delle forze dell’ordine ha portato all’esecuzione di 10 misure cautelari, di cui una in carcere, due agli arresti domiciliari e sette interdittive. Tra gli indagati figurano i rappresentanti delle società coinvolte e quattro professionisti operanti nei settori tributario e legale.

In un ulteriore sforzo per recuperare i fondi illecitamente percepiti, è stato ordinato il sequestro preventivo di circa 1.800.000 euro, ritenuti provento dei reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche, impiego di denaro di provenienza illegale e autoriciclaggio.

Questa operazione sottolinea l’impegno delle autorità italiane nella lotta contro le frodi e nell’assicurare che i fondi pubblici destinati al sostegno delle imprese durante l’emergenza Covid-19 raggiungano effettivamente coloro che ne hanno più bisogno. Il servizio di vigilanza e controllo mira a proteggere le imprese legittimamente danneggiate dal lockdown e a contrastare l’illecita percezione di risorse pubbliche.

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