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Il flop del Click day, un colpo di grazia alla fiducia delle imprese

Non ci piace sparare sulla Croce rossa. Soprattutto in questo momento che è necessario correre in soccorso delle imprese ferite a morte dalla pandemia. Ma questa vicenda del flop day (ops scusate del click day) dimostra un livello di pressappochismo e superficialità che non passa inosservato. Né in Sicilia né altrove, diremmo purtroppo. Perché mina la credibilità di una regione che si candida ad attrarre investimenti, che vuole essere piattaforma del Mediterraneo. Ma qui le piattaforme da creare sono almeno un paio: una è quella informatica a sostegno dell’efficienza della macchina regionale. L’altra è quella scolastica, universitaria dove mandare a studiare un po’ di funzionari regionali.

E’ vero: quando si vince ha vinto tutta la squadra, quando si perde la colpa è di uno o due giocatori che non hanno retto, che hanno fatto falli inutili, che hanno sbagliato marcatura. Ma in questo caso i sentori che la partita sarebbe andata come è andata c’erano già tutti e la squadra sembrava già ammaccata. Lo avevano segnalato le imprese e lo avevano detto i professionisti, lo aveva scritto qualche giornale. Ma niente, non c’è stato nulla da fare.

Ora magari si dirà, come al solito, che la colpa è dei giornalisti e si cercherà di correre ai ripari in qualche modo anche se si ha l’impressione che la pezza rischia di essere peggiore del buco. Ma certo qualcosa bisognerà fare: esiste una banale regola nelle società moderne che si ispira al principio di responsabilità. Detto in soldoni chi ha sbagliato deve pagare perché non possono essere sempre i contribuenti a pagare le colpe degli incapaci.

Non si offendano i dirigenti della Regione o gli assessori di turno, non ne abbiano a male, ma per gli imprenditori è davvero pesante accettare tutto ciò: quando la banca chiama per chiedere il rientro dal fido la situazione è veramente difficile. E diventa sempre più difficile continuare, anche a sperare che le cose cambino. Per chi ha creduto negli aiuti della regione oggi vedersi riconoscere un ristoro di 2.300 euro (sempre meglio di niente direte) è persino umiliante. Non basta, no non basta.

Qui non si tratta di destra o sinistra ma di buon senso, di lungimiranza, di affezione per i bene comune, di impegno per far sì che questa regione vada avanti ma prima di tutto riesca a rialzarsi.

Forse per alcuni la pandemia è diventata un alibi per giustificare i loro fallimenti ma per la gran parte degli imprenditori è un problema molto serio perché colpisce gli affari ma soprattutto colpisce un altro bene economico di cui in pochi parlano: la fiducia. Il flop day ha dato il colpo di grazia proprio alla fiducia.

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