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Innovazione: Italia fra gli ultimi in classifica Ue per ricerca e sviluppo

In uno scenario globale orientato alla decarbonizzazione e alla transizione ecologica, l’innovazione ricopre un ruolo sempre più strategico. Tuttavia, nel nostro Paese resta ancora molto da fare: l’intensità tecnologica del tessuto produttivo è inferiore alla media europea e le spese in R&S in rapporto al Pil ammontano a circa 0,9% contro 1,4% dell’UE (dati 2021).

I dati dell’Enea

È  quanto emerge dall’ultimo numero della rivista scientifica dell’ENEA, Energia Ambiente e Innovazione, dal titolo Innovatori e Innovazione e dedicato agli strumenti innovativi, alle best practice internazionali e ai nuovi approcci culturali. Questo numero, disponibile sia in formato cartaceo che digitale, vede gli interventi, tra gli altri, della presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, il presidente emerito di Brembo Alberto Bombassei, il vice presidente di Confindustria Francesco De Santis, il direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia Giorgio Metta, il presidente di Unioncamere Andrea Prete, la presidente di Area Science Park e membro del CdA di ENEA Caterina Petrillo, il presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo, la direttrice Technology, R&D & Digital di Eni Francesca Zarri.

L’Italia soffre di un investment gap

Il magazine evidenzia che l’Italia soffre di un investment gap che rappresenta una delle maggiori criticità sul fronte dell’innovazione. Secondo una rilevazione del network mondiale EY, l’investimento Venture Capital in Italia è stato pari a 35 euro pro capite nel 2022, contro i 149 della Francia e i 153 della Germania, evidenziando un ritardo di 5-7 anni rispetto alle altre principali economie continentali nell’andamento annuo di questo tipo d’investimento.

“La transizione verso un’economia sostenibile richiede trasformazioni fondamentali in tecnologia, industria, economia, finanza e società nel suo complesso”, sottolinea nel suo editoriale il presidente ENEA Gilberto Dialuce. “Non sarà possibile raggiungere gli obiettivi prefissati con interventi esclusivamente di natura tecnologica. È una sfida impegnativa che rappresenta al tempo stesso un’opportunità di rilievo per la crescita economica e occupazionale. L’innovazione è pietra angolare ed elemento essenziale che fa la differenza”, prosegue Dialuce. “E gli innovatori hanno un ruolo di sempre maggiore rilievo e responsabilità, come pure l’investimento in ricerca e innovazione che resta di assoluta preminenza e impone quindi un cambio di passo per colmare il divario con le economie più avanzate, trovando nuovi strumenti e nuovi approcci culturali, rafforzando il dialogo fra i diversi stakeholder e prendendo esempio dalle best practice internazionali”, conclude Dialuce.

Ruolo chiave di ricerca e innovazione

“La ricerca e l’innovazione sono destinate a giocare un ruolo chiave nel processo di transizione verso modelli di sviluppo sostenibile. In questo contesto e rispetto all’attuazione del PNRR, l’attività di ENEA è orientata non solo a ricerca, sviluppo, innovazione e dimostrazione, ma anche al trasferimento tecnologico dei risultati conseguiti e dei prodotti realizzati al tessuto industriale italiano e alla formazione e qualificazione di figure professionali, al fine di contribuire ad accrescere la competitività delle nostre aziende a livello europeo e internazionale”, sottolinea il direttore generale ENEA Giorgio Graditi.

ENEA negli ultimi anni ha introdotto nuovi strumenti per un rafforzato dialogo con le imprese sul fronte dell’innovazione quali L’Atlante dell’innovazione, la Banca dei brevetti, il Fondo di Proof of concept da 5,5 milioni di euro nell’arco di un triennio e il Knowledge Exchange Program (KEP), tutti basati sul presupposto che occorre investire nel trasferimento tecnologico e di conoscenza e nella creazione di partnership fra ricerca e impresa.

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