La casa green fa bene all’ambiente e anche al portafoglio. Nell’ultimo anno, complici le aspettative sul calo dei tassi di interesse e le offerte lanciate da alcune banche per cavalcare l’onda della direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli immobili, il costo dei mutui per abitazioni di Classe A e B ha segnato una forte contrazione. Secondo […]
“Con la prossima legge di Bilancio è necessario un intervento choc che nel giro di qualche anno riduca di almeno 3-4 punti percentuali la pressione fiscale. Chi ritiene che siano sufficienti solo 10 miliardi si sbaglia di grosso: questa cifra è insufficiente. Per il 2021 è necessaria una contrazione di almeno 20 miliardi di euro”. A stimare il taglio necessario è la Cgia in uno studio.
Un obiettivo che “potrà essere raggiunto – dice il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – solo se si riuscirà ad abbassare, di pari importo, la spesa pubblica improduttiva e una parte delle agevolazioni fiscali”. Una operazione “che non sarà per niente facile”. Negli ultimi 10 anni, infatti, annota ancora, “la spending review non ha prodotto risultati apprezzabili, mentre il numero delle deduzioni e delle detrazioni fiscali è aumentato a dismisura, soprattutto in questo periodo di Covid”.
Se potessimo contare su una pressione fiscale pari a quella media europea, ogni famiglia italiana risparmierebbe 1.506 euro di tasse all’anno, calcola la Cgia comparando la pressione fiscale di tutti i 28 Paesi aderenti da cui risulta che l’Italia registra una pressione superiore di 2,2 punti percentuali rispetto al dato medio dell’Unione. Da qui il risultato: nel 2019 ogni famiglia italiana avrebbe risparmiato 1.506 euro.
E il calcolo del gap registrato dalle famiglie italiane rispetto alla media Ue è destinato ad aumentare fortemente se la comparazione avvenisse con le tasse di Spagna o Regno Unito: una famiglia italiana risparmierebbe in questo caso quasi 5.000 euro all’anno, esattamente 4.930 euro, dice la Cgia.