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Credito di imposta per Ricerca e sviluppo, ecco come funziona

Con i Commi 185 e 186 dell’Art.1 della Legge n. 178 /2020 (Legge di Bilancio nazionale 2021) viene confermato anche gli anni 2021 e 2022, il credito di imposta a favore delle imprese operanti nelle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

Il credito d’imposta, uno strumento agevolativo molto apprezzato dalle imprese per l’automaticità, per le attività di ricerca e sviluppo di cui all’art. 1, comma 200, Legge n. 160/2019, inclusi i progetti di ricerca e sviluppo in materia di COVID-19, potrà essere utilizzato direttamente utilizzato dalle  strutture produttive ubicate in tali Regioni.

In sintesi il citato comma 200 dell’Art, 1 della L.n.160/2019 prevede l’agevolazione nelle seguenti misure:

  • 25% per le grandi imprese, ossia con almeno 250 occupati; fatturato annuo pari o superiore a € 50 milioni / totale di bilancio pari o superiore a € 43 milioni;
  •  35% per le medie imprese, ossia con almeno 50 occupati; fatturato annuo / totale di bilancio pari o superiore a € 10 milioni;
  • 45% per le piccole imprese, ossia con meno di 50 occupati; fatturato annuo / totale di bilancio non superiore a € 10 milioni.           

L’aliquota si applica nel rispetto dei limiti e delle condizioni di cui al Regolamento UE n. 651/2014, compreso le successive modifiche, che ampliano alle attività portuali e aereoportuali, apportate con dal Regolamento UE 1084/2017 in materia di aiuti di stato. 

In pratica, il 651/2014 è regolamento UE che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione senza obbligo di notifica (permesso) all’UE, quali:  a)  gli aiuti con finalità regionale; b) aiuti a favore delle piccole e medie imprese (PMI); c) aiuti per l’accesso delle PMI ai finanziamenti; d)  aiuti a favore di ricerca, sviluppo e innovazione; e)  gli aiuti alla formazione; f)  aiuti per i lavoratori svantaggiati e di lavoratori con disabilità; g) aiuti per la protezione dell’ambiente; h) aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati da determinate calamità naturali; i)  aiuti a carattere sociale per i trasporti a favore dei residenti in regioni remote; l)  iuti per le infrastrutture a banda larga; m) aiuti per la cultura e la conservazione del patrimonio; n) aiuti per le infrastrutture sportive e le infrastrutture ricreative multifunzionali; o) aiuti per le infrastrutture locali.

Dunque è possibile ottenere il credito d’imposta per R&S in tutti i comparti produttivi sopra citati senza obbligo di notifica dello stato membro all’UE.

Per restare in tema di credito d’imposta per le imprese operanti nel meridione, nella stessa legge di bilancio n. 178/2020, ai commi 171 e 172 dell’articolo 1, il legislatore interviene per prorogare, estendendone la portata fino al 31/12/22, le misure agevolative per gli investimenti realizzati nel mezzogiorno. Per rinfrescarci la memoria, il credito d’imposta per questa tipologia d’investimenti,  era già prevista dall’art.1, comma 98 e seguenti, dalla Legge n. 208/2015. Questa agevolazione si concretizza in un credito d’imposta per l’acquisizione dei beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nelle zone delle regioni meridionali prima citate.

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